venerdì 2 maggio 2014

AGGIORNAMENTO: Ben. 1. 12

Lucio Anneo Seneca

De Beneficiis
Libro I Capitolo XII


[1.12.1] Se possiamo scegliere noi cosa dare, cercheremo soprattutto cose destinate a durare, in modo che il nostro dono sia quanto meno possibile soggetto a deperimento. Poche persone, infatti, sono così riconoscenti da continuare a pensare a ciò che hanno ricevuto anche quando non se lo trovano più davanti agli occhi. Anche gli ingrati sono costretti a imbattersi nel ricordo che li assale assieme all’oggetto del beneficio e che, quando balza davanti al loro sguardo, non permette loro di dimenticarsene, anzi imprime e inculca a forza nelle loro menti la figura della persona del benefattore. Proprio per questo, dunque, dobbiamo cercare oggetti destinati maggiormente a permanere, perché a richiamare alla memora i benefici che abbiamo fatto non dobbiamo essere noi: sarà lo stesso oggetto a destare un ricordo che va sbiadendo. [1.12.2] Donerò più volentieri dell’argenteria piuttosto che del denaro, delle statue piuttosto che una veste o degli oggetti che un uso breve finisce per deteriorare. Sono pochissime le persone che rimangono riconoscenti dopo che i doni che hanno ricevuto non ci sono più; di più sono quelli che non tengono a mente le cose ricevute per un tempo più lungo di quello che passano ad utilizzarle. Io, invece, se è possibile, non voglio che il mio dono si deteriori: che rimanga visibile, che stia attaccato al mio amico, che viva con lui! [1.12.3] Nessuno è tanto stolto da avere bisogno che gli si ricordi di non mandare in dono gladiatori o animali da caccia quando ormai il tempo dei giochi è passato, o di regalare vestiti estivi in inverno e vestiti invernali in estate. Vi sia, nel beneficio, un senso comune: si tenga conto delle circostanze, del contesto, della tipologia delle persone. Alcune cose, infatti, possono risultare gradite o non gradite a seconda dei momenti. Quanto è più gradita la cosa che diamo a chi non la possiede rispetto a ciò che si dà a chi ne ha già in abbondanza! Quanto è più gradita la cosa che il nostro amico cerca, senza trovarla, da tanto tempo, rispetto a quella cosa che invece potrà vedere in ogni dove! [1.12.4] Più che essere preziosi, i doni siano dunque rari e ricercati, tanto da trovare il loro posto anche presso una persona facoltosa. È questo, ad esempio, il caso di quei frutti molto comuni, di cui ci stufiamo nel giro di pochi giorni, ma che piacciono se sono arrivati in anticipo rispetto alla loro stagione. Avranno pure il loro pregio anche quelle cose che nessun altro ha dato loro o che noi stessi non abbiamo mai dato a nessun altro.

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